20, 30, 40 e 50 anni: cosa accade alla pelle e cosa possiamo fare
L'invecchiamento della pelle è un processo naturale che coinvolge diversi cambiamenti fisiologici e morfologici.
Nel corso degli anni, la pelle subisce un degrado delle fibre di collagene ed elastina, responsabili dell'elasticità e della tonicità del tessuto cutaneo. Inoltre, altri fattori ambientali e comportamentali possono accelerare il processo di invecchiamento cutaneo.
Vediamo di seguito cosa succede alla pelle in quattro diverse fasce di età: 20, 30, 40 e 50 anni. A 20 anni, la pelle ha ancora una buona capacità di rigenerarsi e ripararsi dai danni ambientali. Tuttavia, inizia già a ridursi la produzione di collagene ed elastina, anche se la diminuzione è ancora minima e la pelle mantiene una buona elasticità. L'esposizione ai raggi UV, una povera alimentazione, fumo e stress possono accelerare il processo di invecchiamento, causando la comparsa di rughe fini e la perdita di luminosità anzitempo. "All’età di 20 anni consiglio un buon stile di vita, corretta alimentazione, idratazione, attività fisica e iniziare con qualche ciclo di biorivitalizzazione tipo complessi multivitaminici o Plasma arricchito di piastrine (PRP), ovvero ogni trattamento biorigenerativo in grado di stimolare il fibroblasta ancora giovane alla produzione di collagene reticolare", spiega il dottor Carmine Papa, medico estetico di Cava de' Tirreni (SA).
A 30 anni, la pelle inizia a subire un processo di degradazione del collagene ed elastina più significativo. Inoltre, inizia a ridursi la produzione di acido ialuronico, una sostanza che aiuta a mantenere la pelle idratata. I primi segni di invecchiamento, come le rughe sottili, le macchie solari e la perdita di elasticità, diventano più evidenti. Questo è il momento di attivare delle strategie per preservare la giovinezza della pelle come suggerisce il dottor Papa: "Consiglio anche prima dei 30 anni di ricorrere a dei soft peeling per la luminosità della pelle, e a dei trattamenti iniettivi biorigenerativi in grado di stimolare il collagene reticolare (PRP o alcuni complessi multivitaminici o polinucleotidi di sintesi). Consiglio inoltre di essere costanti con delle good practice: un corretto stile di vita (astensione fumo e raggi UVA, protezione solare quotidiana, corretta alimentazione e idratazione della cute), ricorrere al botox già in giovane età a scopo preventivo e alla biorivitalizzazione con PRP o polinucleotidi di sintesi e/o soft peeling".
A 40 anni, la riduzione della produzione di collagene ed elastina diventa ancora più marcata, causando la comparsa di rughe più profonde e la perdita di tono e elasticità. Inoltre, l'epidermide diventa più sottile e fragile, rendendo la pelle più vulnerabile alle lesioni. L'età e gli effetti ambientali, come il sole e il fumo, possono accentuare la comparsa di rughe, macchie scure e discromie cutanee, come spiega il dottor Papa: "All’età di 30 anni aggiungerei a tutto questo anche la tossina botulinica per la prevenzione della formazione delle rughe. A 40 anche in considerazione della progressiva perdita di elasticità e tonicità è consigliabile integrare i trattamenti fin qui citati con percorsi di bioristrutturazione a base per esempio di idrossiapatite di calcio. Tale molecola è in grado di determinare un triplice effetto di tensione, riempimento, e levigazione, migliorando notevolmente le prime lassità a carico del terzo medio e inferiore del volto e conferendo alla pelle una nuova luminosità".
A 50 anni, la pelle subisce un netto peggioramento della tonicità e della luminosità. I segni di invecchiamento diventano sempre più evidenti, con rughe profonde, flaccidità e la comparsa di macchie scure. Inoltre, la pelle può diventare molto secca, con una maggiore comparsa di rughe causate dalla disidratazione: " All’età di 50 anni, a causa dell’ inesorabile processo di invecchiamento e della fisiologica perdita di collagene, elastica e acido ialuronico, le necessità di intervento aumentano per il ripristino dei volumi persi, il miglioramento della Skin Quality, delle lassità e delle prime discromie e/o iperpigmentazioni cutanee. Molto spesso tali problematiche si giovano dell’integrazione di più tecniche e/o tecnologie mirate", dice il dottor Papa. "In un virtuoso ciclo terapeutico possiamo andare dai filler in acido ialuronico per il ripristino dei volumi persi, al botox per il trattamento on label del terzo superiore del viso, all’idrossiapatite di calcio o altre sostanze biostimolanti (acido polilattico, caprolattone, PDO etc) per una neocollagenesi della cute del volto, a trattamenti con tecnologie all’avanguardia dalla radiofrequenza frazionata con aghi ai più potenti laser, sempre con lo scopo di rigenerare i tessuti con formazione di nuovo collagene ed elastina. In tutte le fasce d’età resta comunque un caposaldo lo stile di vita e una nutrizione sana".